[Oggi propongo un pezzo di repertorio: una vecchia poesia del 2003, scritta in piena sbornia da Ossi di seppia, in una delle estati più calde che si ricordino… buona lettura]
Percorso al sole A un’arida viuzza arrivo, arrancando avanzo. Si scioglie un garbuglio di corde, di reti, su respiri murati, che il caldo sfoca, affanna, soffoca, mentre l’afa assorda il vento. Vedo, nell’abbaglio, l’altro mio sguardo – quello d’ombra – . Appena la polvere s’alza, più non ingombra, gravosa, il terreno. Fisso il modularsi di torri, di castelli che agli specchi di arsura s’accartocciano. Sono arsi la strada, i granelli troppo simili, secchi i torrenti d’aria, torrida. Ora ti scopro, vita, come un mosaico, di pezzi, sparsi.