Contro il ‘profumo del caffè’

Se una poetica deve essere fenomenologica, non bastano i referenti concreti o sensoriali; essi devono avere una specificità che faccia pensare alla singolarità del quotidiano, non alla sua schematizzazione. Il fantomatico ”profumo del caffè” sta alla tardissima linea lombarda come i ”muti respiri dell’assoluto” stanno a Rilke. Entrambi i sintagmi, benché agli estremi del continuumContinue reading “Contro il ‘profumo del caffè’”

Analisi di The Hill We Climb, di Amanda Gorman

[Post originariamente pubblicato su facebook il 21 gennaio, all’indomani dell’insediamento di Joe Biden. La mia analisi è soprattutto di ordine stilistico, e cerca di capire la relazione tra forma e immediato contesto di ricezione. Per un taglio più culturalista e contestuale, vi invito prima a leggere le belle riflessioni sul sito di Marco Bini sulloContinue reading “Analisi di The Hill We Climb, di Amanda Gorman”

Aggettivazione in poesia

[Questo post, apparso inizialmente su Facebook, è stato ripreso e citato da Gilda Policastro, che ringrazio di cuore, nella rubrica La bottega di poesia de La Repubblica] L’aggettivazione in poesia oggi tende a essere sconsigliata, probabilmente perché pesa ancora la dottrina modernista (poundiana) che punta alla cosa in quanto tale, e quindi privilegia la minoreContinue reading “Aggettivazione in poesia”

Nebbia come animale aggressivo

In una tra le molte belle canzoni di Ivano Fossati (Il pilota), a un certo punto si dice: con la nebbia di Milano che gli morsica il culo per allegria I. Fossati, Il pilota L’immagine della nebbia come persona o animale aggressivo, che morsica il culo al velivolo, a prima vista sembrerebbe controintuitiva – laContinue reading “Nebbia come animale aggressivo”