
Ho pubblicato tre libri di poesia in italiano (vedi sotto), e ho due manoscritti inediti e per buona parte completi. Se hai una casa editrice e sei interessato al mio lavoro poetico, contattami qui: davide.castiglione@gmail.com

I published three collections in Italian (scroll down) and have two nearly complete and still unpublished manuscripts. I’ve also self-translated several of my poems into English. If you are a publisher or translator and you are interested in my work, drop me a line to this address: davide.castiglione@gmail.com
CHARLIE
Charlie il cane da compagnia
nel reparto di oncologia
è sperso sarà che la morte
si infila da troppe parti.
Charlie doveva confortarvi
ma si è specializzato in altro:
termometro di un luogo,
totem triste, orecchie ferme.
È spento Charlie perché divinare
è di un facile che offende l’olfatto
e gli occhi di futuri-fotocopia
impressi nel nero del lato sbagliato
(non scriverò sul disfacimento
né sulle sigarette che ti hanno vietato
vederti al posto suo dietro la porta
per ritentare la mia insensibilità).
Da lì dentro il libero arbitrio
dovrà sembrare una specie di lusso;
sarà che il lutto è rimasto impigliato
quasi tutto nel pelo di Charlie.
(da Doveri di una costruzione)
CHARLIE
Charlie the small companion dog
in the oncology ward
looks lost as death sneaks in
from everywhere and moves forward.
Charlie he was supposed
to comfort you. Instead
he specialised in something else:
barometer of a place’s climate,
Ears back. Charlie is downcast since
guessing has turned into child’s play;
since his smell and eyes got hit by
futures collapsing with their dark sheets:
each printed black, turned the wrong side.
(I won't write on decay again, nor
on the cigarettes you were denied.
by the nurses behind an ajar door).
From inside the ward, free will
must look luxurious, unfair.
What if all the grief I can't feel
got caught in Charlie’s thick hair?
(from Duties of a Construction)
Libri/Books




Manoscritto da La parzialità dei molti, inedito
Hanno scritto su di me
Su Doveri di una costruzione (Industria&letteratura 2022):
Ciò che anima questo libro, rendendolo a tratti splendidamente furioso e corrosivo, è il desiderio di decostruire il grigio utopismo dei progetti e di dissolvere la bolla moralista in cui si mappano le appartenenze e si affastellano teorie sull’appartarsi […]
2. Recensione di Matteo Cristiano, 16 novembre 2022
Razionale? Architettonico? Non esattamente. È l’epigrafe di Kafka a rendere il senso di quest’opera: Nell’equilibrio tremiamo. Vi è un passaggio continuo tra razionalità e disordine. E la seconda epigrafe che incontriamo nel volume amplia la prima e ne definisce meglio ancora le coordinate: l’architettura e l’urbanistica, la geometria, fanno da contraltare all’entropia che domina la vita umana in tutte le sue sfumature. […]
3. Recensione di Vittorio Parpaglioni, 15 dicembre 2022
Davide Castiglione, con la capacità tecnica di un architetto (torneremo più avanti su questa definizione) crea dei sottili legami tra l’evento della vita e la consapevolezza che si ha di questa, mentre la si vive. Con movimenti arguti, a volte buffi e a volte drammatici, Castiglione segna delle linee di un’esistenza contemporanea dell’uomo nomade […].
4. Recensione di Andrea Emanuele Spano, 26 gennaio 2023
L’esplorazione degli spazi che la poesia di Castiglione realizza si muove dal contesto più ampio, dalla cornice, fin dentro quel paesaggio che lo sguardo del poeta ci restituisce scomposto, frammentato in tutta l’umanità che lo abita e lo ingombra […]
5. Recensione di Gerardo Iandoli, 23 marzo 2023
L’obiettivo di Castiglione non è quello di fare un elogio del singolo, anzi: l’individuo che si lascia alle spalle le costruzioni ha bisogno di una «comunità di intuizioni», espressione pregnante per indicare un rifiuto di ogni forma di progettualità, intesa come, per riprendere un verso di Castiglione, una «to-do list» (p. 18). L’intuizione, al contrario, è frutto del caso e dell’attimo […].
6. Recensione di Antonio Francesco Perozzi, 13 aprile 2023
Castiglione è bravo a progettare una lingua in grado di plasmarsi attorno alle situazioni e agli oggetti che vengono scelti, con il risultato di uno stile che si trasforma di continuo lungo il corso dell’opera. Due sono le bussole principali: da una parte la forma geometrica, la struttura stabile; dall’altra l’agitazione, la deriva […].
7. Recensione di Sergio Pasquandrea, 27 maggio 2023
La poesia di Davide Castiglione è rigorosa nel fissare i dati di realtà: nomi propri, toponimi, date, tranches de vie, frammenti di dialogo, cataloghi di oggetti […] Essi sono però sottoposti a un montaggio che ne distorce i contorni e ne rende obliqui i riferimenti, esigendo dal lettore un lavoro di decifrazione per ricomporre l’immagine intera […]
8. Analisi testuale di Daniele Lo Vetere, 30 giugno 2023
Nella terza e ultima sezione lo sguardo di Castiglione si posa sugli altri (il ‘voi’ del titolo) […] In alcuni casi questo sguardo, insieme etnologico-analitico e umanamente compartecipe, si posa su figure di ‘spostati’ (Satiro, Via del Calvario): eccezioni/eccezionalità umane irriducibili a ogni quieta normalizzazione. Dan è uno di questi casi. […]
L’io dell’autore è intermittente in tutta la raccolta, appare in un punto d’osservazione che talvolta si inabissa e riemerge, una sorta di aumento e ridimensionamento continuo della messa a fuoco,un movimento ondulatorio che porta il poeta a oscillare, come espone Federico Italiano nella postfazione, ‘tra ordine e disordine, tra costruzione e decostruzione’ […]
La ricerca di un senso passa sempre attraverso la consapevolezza di due facce complementari della stessa medaglia: il dovere e la libertà, l’ordine e lo stupore, il rigore e la meraviglia […] Stiamo e siamo tra stabilità e oscillazione, in costruzione e intuizione. […]
E in quello ‘stato incerto e neonato’ Castiglione ci conduce nel ‘globo in fiamme’, dove persiste pure un afflato ecologista e tutto esalta questo suo appariscente, vorticoso stile di poesia. […]
12. Recensione di Simone Migliazza, 16 dicembre 2025
In Castiglione, l’insistenza sull’inautentico non produce nichilismo: al contrario, tradisce un’energia propositiva, un calore, un desiderio di contatto con una dimensione più autentica. Quando tale contatto si realizza — nell’amicizia, nell’apertura empatica, nel sentimento amoroso liberato dalla recita o nell’esperienza estetica — si manifesta una sorta di gioia della condivisione, un abbandono lirico all’esistenza, raro ma possibile […]
Su Non di fortuna (Italic Pequod 2017)
1. Recensione di Gianluca D’Andrea, 18 settembre 2017
Tra assenza e presenza si muove questo linguaggio che, forse, trova la sua originalità nelle sprezzature sintattiche e, quindi, nel desiderio di interrompere le referenze comuni del linguaggio, nel tentativo di ricreare un paesaggio di nuove epifanie […]
2. Recensione di Giacomo Carrai, 17 ottobre 2017
E’ una poetica dell’esistente, e quindi di un habitat, da abitare e forse adattare alla propria sensibilità, nel quale le memorie non si sono ancora sedimentate, è tutto ancora in divenire, da farsi, un divenire tuttavia in cui il tempo ci sorpassa, come dicevamo prima, e questo farsi non sembra implicare una speranza, un investimento nel futuro […]
3. Recensione di Giusi Montali, 25 ottobre 2018
L’io sommessamente in scena si rappresenta come un paradigma di giovane uomo del XXI secolo – basti notare l’uso della prima persona plurale che appare in alcuni testi e rimanda a una coralità, o perlomeno a una comunanza di destini individuali – e come tale caratterizzato da un’instabilità spaziale, che è anche incertezza della propria possibilità di scelta. […]
Su Per ogni frazione (Campanotto 2010)
Contenuto il piano della parola entro una media còlta ma sobria, e scansate perlopiù le suggestioni metriche, tutta l’inventività poetica di Castiglione è messa a carico del discours, della iunctura, con incastri semantico-sintattici funzionali a sostenere e scandire “dall’interno” il dettato […]
2. Recensione di Riccardo Raimondo, 15 novembre 2010
La ricerca di Davide è tutta tesa a scardinare il rivolo, forzare il buio, superare le scorciatoie che ci allontanano dall’Altro. E così lo stile attraverso rime imperfette e interne, consonanze e assonanze, escogita un’armonia invisibile […]
L’impressione che in effetti maggiormente resta dalla lettura del libro di Castiglione è proprio quella della dispersione crono-spaziale e identitaria che caratterizza la vita vissuta nei luoghi del mondo globalizzato, saturo di spazi standardizzati, tutti uguali, poco o nulla votati a promuovere la relazionalità tra le persone che indistinte vi transitano […]
Il susseguirsi dei testi risulta quindi un intreccio giocato sul rapporto con l’altro e con l’identificarsi o il distinguersi, ma sempre in contatto sofferto o diretto con l’alterità. […]
5. Recensione di Gloria Ghioni, 29 maggio 2011
Questo viaggio di immersione in sé, testimoniato dalla presenza di un alto tasso di forme riflessive […] Non vorrei però che si pensasse a una poesia – pur sottilmente – autoreferenziale: semplicemente, il potere evocativo e l’evanescenza di certi contorni versali contribuiscono alla polisemia dei testi. […]
6. Recensione di Giacomo Cerrai, 4 luglio 2011
Partendo da alcuni punti fermi dichiarati (parentele, ascendenze, debiti letterari sono Sereni in primis, e Ungaretti e De Angelis e in qualche modo il mio adorato Stevens) Castiglione costruisce una buona raccolta, in cui per una volta essere giovani e al primo libro non è una colpa e men che mai un merito. […]
7. Recensione di Giuseppe Grattacaso, 30 gennaio 2012
Davide Castiglione è un giovane poeta, nato ad Alessandria nel 1985. Nella raccolta d’esordio Per ogni frazione, pubblicata per i tipi di Campanotto Editore, ci rappresenta una realtà frammentata e disuguale, dove il compito della poesia è quello dell’improbabile tentativo di ricondurre il mondo ad unità. […]
8. Recensione di Lorenzo Mari, 23 febbraio 2013
Le spezzature della sintassi, in un discorso metrico per altri versi molto fluido, arrivano a postulare piccole – forse anche minime – fratture testuali, nei quali il soggetto sintattico e, di rimbalzo, il soggetto lirico, si perdono, si confondono. […]
9. Recensione di Cristiano Poletti, 11 ottobre 2013
Paradossalmente – se pensiamo all’idea di surmodernité di Augé – quanto esposto ci restituisce invece, grande e intatta, proprio la forza del moderno. Ed è da questa che Castiglione vuole farsi aiutare per vivere frazioni, ossia divisioni di tempo e di spazio, luoghi fisici e mentali, scampoli situazionali d’incontro o di smarrimento. […]
Il suo laboratorio poetico non è certo vocato alla staticità, nei suoi versi c’è un’apparente indolenza, come di un corso d’acqua calmo che tuttavia rimuove detriti dal fondo e li porta a valle, nei pressi di un istmo in cui non di rado la realtà resta indefinita, ma ben tratteggiata, messa a fuoco in ogni suo vertice o angolo acuto… […]
C’è un graffio antilirico nei versi proposti dal nostro autore, ma sempre funzionale a guizzi interiori, al logos dell’Io poetico più profondo, dialogante, che si interroga, manifestando le sue incertezze e sentimenti, talvolta in modo prosastico, ma con una scrittura che spezza i modi sintattici tradizionali, restituendoci la pregevolezza di una poesia attuale dal verso lungo […]
Su inediti/selezioni per riviste e antologie
L’ingresso nella preadolescenza è parallelo all’approfondirsi del pensiero, in questa sorta di mini-biografia in versi, composta da una breve sequenza di scene cardinali e sdrammatizzate da uno stile, appunto, da bolla azzurra: infantile ma pieno, talvolta, di un più adulto sarcasmo. […]
Rendere leggeri gli imballaggi e spirituale il terziario suona miracolo contemporaneo e insieme dichiarazione d’intenti, in un oggi che la lingua del poeta – non a caso studioso e letterato – fa respirare e decollare […]
Nella raccolta inedita di Davide Castiglione (Doveri di una costruzione), pur nel realismo fondato su un soggetto forte ed empatico, non si rinuncia a una sintassi ipotattica e impreziosita dalla ricerca di situazioni enunciative particolari. A questa si affiancano uno spesso armamentario metrico-fonico e una notevole complessità concettuale.
E’ una poesia riflessiva che però non si spinge oltre nell’aggiungere pensiero al pensiero: in questa fedeltà all’impressione del poco tempo in cui la poesia accade, non cerca altri testi con cui interagire, non rima, non piazza particolari effetti sonori o ritmici, mentre i versi ricalcano nella maniera meno invasiva possibile il ritmo di un pensiero […]
La poesia è regno d’infanzia. La lallazione e il parlar forbito pari sono […]
Curriculum letterario
S vuoi farti un’idea del mio percorso artistico, dalle pubblicazioni in volume e su rivista ai premi vinti, consulta il mio curriculum letterario (cronologia 2020-2023; la cronologia 2005-2019 è disponibile su richiesta):